Antologia Critica

GIANNI MONNET

Angelo Bozzola, testo introduttivo del catalogo della mostra, Galleria del Fiore, Milano, 1955

Dovendo inquadrare nel movimento moderno l’opera pittorica di Angelo Bozzola, che presenta lo sua prima personale, credo sia necessario riassumere brevemente le caratteristiche di questo movimento artistico. Il panorama dell’arte moderna si presenta ancora quanto mai fluido ed in ebollizione; la sua origine è abbastanza recente: risale alla grande rivoluzione prodotta nelle arti da cubisti, futuristi ed espressionisti. Solo ora nella pittura moderna internazionale si vanno delineando tre grandi correnti; noi le indicheremo con le loro denominazioni parigine, sebbene siano in buona parte costituite da artisti che operano al di fuori di Parigi. Prima citiamo gli artisti che volgono le loro ricerche in modo particolare allo studio della FORMA, con interesse molto minore per il colore e per la materia. I loro lavori rappresentano uno sviluppo degli esperimenti iniziati dai costruttivisti e dai neo-plasticisti, ma anche delle forme meno rigide proposte da Kandinsky e da Klee. Essi vengono variamente detti «astrattisti» oppure «concretisti», usando così il termine kandinskiano. Una seconda corrente si riallaccia, facendo un notevole passo indietro, ai primi paesaggi astratti di Kandinsky dell’«époque dramatique». Per l’uso che questi artisti spesso fanno del colore in funzione atmosferica e tonale, anziché atonale o «timbrica», come dice Dorfles, è un po’ dubbia la loro appartenenza all’arte moderna. A Parigi questa corrente è detta «tachisme», e naturalmente date le sue caratteristiche, che per noi sono negative, è quella che riscuote oggi i maggiori successi ufficiali e di vendita. La terza corrente è quella detta a Parigi «informel»; essa ha per oggetto lo studio delle possibilità percettive ed espressive della MATERIA e del COLORE a sé stanti, liberi ed indipendenti da ogni forma. In Italia le pitture «informel» di Allosia, Baj, D’Angelo, Colombo forse precedono, o per lo meno sono contemporanee, a quelle dei francesi Dubuffet e Fautrier, del tedesco Wols, degli americani Tobey e Pollok. Il centro artistico formatosi attorno alla scuola creata da Nino Di Salvatore a Novara, «Centro Studi Arte-Industria», ha scelto decisamente la prima delle tendenze, perché in essa vede più chiaramente una relazione con ciò che oggi viene considerato il solo scopo della plastica moderna: «la sintesi delle arti». Bozzola fa parte del centro artistico di Novara. In questa mostra egli raccoglie il serio lavoro di alcuni anni, e presenta interessanti studi sulle qualità percettive di alcune configurazioni visive da lui scelte. Vi si nota anche un bisogno imperioso di esecuzione pittorico-grafica perfetta, quale hanno sempre sentito gli artisti del Mac, Soldati e Munari.

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