Polimaterici e Superfici a fiamma ossidrica
Terminata l’esperienza concretista, negli anni successivi Bozzola prosegue la sua ricerca tornando spesso alla superficie bidimensionale con tecniche e materiali innovativi. A cominciare dalla fine degli anni Cinquanta, l’artista sperimenta l’utilizzo di materiali molto diversi tra loro per realizzare sculture e superfici polimateriche ottenute combinando pittura ad olio, tempera, inchiostri, carta bituminosa o carta giapponese, ferro e altri metalli. Questa operazione è ascrivibile alla volontà di compiere un’indagine sistematica sulla molteplicità delle materie inorganiche, opportunamente sperimentate e riportate su superficie bidimensionale facendole interagire tra loro. Appartengono a questa tipologia di ricerca anche le affascinanti composizioni nero-oro su carta bituminosa ottenute intagliando il ferro con la fiamma ossidrica, poi arricchite con la tecnica dell’oro foglia, e le superfici di rame e ottone a fiamma ossidrica, dall’aspetto cesellato, che rivelano una grande manualità e padronanza della tecnica.